Empatia e la Comunicazione Gentile

Empatia e la Comunicazione Gentile

L’empatia e la comunicazione gentile, riflessioni per l’8 marzo, a partire dal “sorpasso” femminile nella PA.

La notizia

La notizia è di questi giorni: la presenza femminile nella Pubblica Amministrazione è salita al 56,6%. La dominanza non è più solo nella scuola, da sempre ambito d’elezione della presenza femminile. Ma anche nella sanità, nelle carriere dirigenziali penitenziarie e prefettizie, nelle authority e addirittura alla presidenza del Consiglio dei ministri! Questa ottima notizia, insieme all’approssimarsi del fatidico 8 marzo, mi danno lo spunto per osare di parlare della comunicazione al femminile (mi perdoneranno le donne). Ma anche di confrontarla anche con quella al maschile, che conosco meglio (e che spesso critico di più). Iniziamo qui dall’empatia e comunicazione gentile.

Osservazioni sull’empatia e la comunicazione gentile

Partirei con l’osservazione che la parola “comunicazione” è un sostantivo di genere femminile. Già questo ci suggerisce quanto quest’attività umana sia più efficace se esercitata dalle donne rispetto agli uomini. Dove l’uomo tendenzialmente non parla dei propri punti deboli, la donna li condivide liberamente. Dove l’uomo teme le emozioni e cerca di controllarle, la donna le mostra senza paura e ricerca un coinvolgimento più profondo. L’uomo tende a essere centrato su se stesso, la donna cerca di comprendere i bisogni dell’altra persona, per arricchire la relazione. Così nasce l’empatia e la comunicazione gentile. La donna è più empatica, quindi. È più capace di comprendere il punto di vista, gli stati d’animo e il disagio altrui. Anche attraverso maggiore attenzione agli altri e abilità di osservazione, che la mettono in grado di immedesimarsi di più nella situazione che l’altro sta vivendo. D’altronde anche la parola “empatia” è un sostantivo di genere femminile, vero?

Veniamoci incontro per comunicare davvero

Meno luoghi comuni più scienza

Per evitare di cadere nei luoghi comuni tipici dell’8 marzo, metterò un po’ di scienza in questo ragionamento sulla comunicazione e l’empatia. Nel 1981 il neuropsicologo Roger Sperry fu insignito con il Premio Nobel per la medicina, grazie alle scoperte sulla specializzazione emisferica delle funzioni cerebrali. L’emisfero sinistro è la sede della parola. Influenza le preferenze degli individui nelle attività matematiche, analitiche, tecniche, finanziarie. È pratico, razionale, organizzato, dettagliato, sequenziale. È il cervello “maschile”. L’emisfero destro, invece, prevale nella comprensione visivo-spaziale. Influenza le preferenze degli individui nelle attività artistiche, creative, estetiche, di relazione. È olistico, sperimentale, intuitivo, emotivo, relazionale, parallelo. È il cervello “femminile”.

Il cervello Trino

Ned Herrmann, addirittura, unendo gli studi di Sperry con la teoria del cervello trino di Paul Maclean, negli anni ‘90 creò un modello di analisi delle preferenze cerebrali e il test HBDI®. Questo restituisce un profilo sul modo in cui la neurofisiologia influisce sulle nostre abilità di comunicare, apprendere, relazionarci, prendere decisioni e risolvere problemi. Ça va sans dire, anche nel data base di Herrmann, il genere maschile mostra maggiori preferenze nei “quadranti” dell’emisfero sinistro. Mentre il genere femminile mostra maggiori preferenze nei “quadranti” dell’emisfero destro. Ma non in modo schiacciante. E questa è una buona notizia per il genere umano.

I nostri cervelli funzionano diversamente

Supremazia femminile

Anche le neuroscienze, non solo l’8 marzo, sanciscono comunque la supremazia del cervello femminile nell’aprirsi empaticamente all’altro, rispetto a quello maschile. E ciò genera una comunicazione più gentile, assecondante, indulgente ma anche più strategica, da parte delle donne. Un grande problema e causa di sofferenza per l’essere umano è la comunicazione improntata alla ricerca della ragione o inversamente della colpa. Questa è una comunicazione in cui tutti alla fine escono sconfitti e frustrati.

Questa comunicazione genera due gravi conseguenze: la punizione e la ricompensa

Se l’altro è dalla parte del torto, merita una punizione, merita di soffrire.

L’altra faccia della medaglia è che se io ho ragione, merito e pretendo

il giusto risarcimento.

Per molti sembrerebbe un ragionamento normale ma pensate alle conseguenze di un pensiero e di una comunicazione del genere nei rapporti tra genitori e figli, tra i partner, tra le nazioni. In tutte le occasioni in cui l’altro da noi adotta comportamenti che non apprezziamo, in cui secondo noi ha torto. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, ogni giorno, Se si pensa sempre in termini di giusto o sbagliato, di buono o cattivo, di normale o anormale, se si è solo centrati su se stessi, sul proprio interesse e si difetta di empatia, allora l’aggressività e la violenza saranno le reazioni più tristemente comuni. Tutti alla fine pagheremo un prezzo.

Empatia e Comunicazione Gentile
Empatia e Comunicazione Gentile

Le donne

Le donne sono tendenzialmente più empatiche degli uomini. Ciò permette loro di allargare le vedute e “includere nel quadro anche l’altro”, con le sue motivazioni, le sue esigenze, il suo disagio. In questo modo il risentimento viene elaborato e smaltito più rapidamente e la comunicazione sarà di conseguenza più gentile e assecondante. Per questo, nel loro caso, si parla di empatia e la comunicazione gentile. Gli uomini, tendenzialmente meno empatici, più autocentrati e legati ai concetti di ragione e torto. Si aspettano più delle donne e più a lungo di loro, il giusto risarcimento del presunto danno subito. La comunicazione sarà di conseguenza più aggressiva e conflittuale. Altro che l’empatia e la comunicazione gentile.

Presenza femminile

Ben vengano quindi notizie come questa sull’aumento costante della presenza femminile nel mondo del lavoro. Ce ne è bisogno, nelle aziende pubbliche e in quelle private. Ce ne è bisogno a livelli dirigenziali sempre più alti. E non solo per l’empatia. Anche per la loro creatività, intuito, flessibilità, resilienza, capacità di mediazione. Luoghi dove l’empatia e la comunicazione gentile fanno davvero la differenza. Sarà ben giunto il momento di avere in Italia, di fatto, parità di genere anche nelle retribuzioni? Non parliamone solo l’8 marzo.

Info

Marshall Rosemberg – “Nonviolent Communication Workshop – Marshall Rosenberg (2000) Youtube

Francesca Cilento – www.crescita-personale.it

Giovanni Boano Coach 

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